Restauratori Senza Frontiere

Dal Corriere della Sera – Noi,restauratori senza frontiere: ecco gli angeli delle opere d’arte

da Il Corriere della Sera – 29 giugno 2017

NATI TRE ANNI FA, RAPPRESENTANO UNA RISORSA, risanano opere d’arte danneggiate o intervengono su chiamata o nelle emergenze come i terremoti. In Molise un paese intero si mobilita e si “tassa” per un crocifisso

di Roberta Scorranese

Per anni lo hanno baciato e portato in processione — la devozione prima di tutto, per carità. Però quel rosa confetto che rivestiva il loro crocifisso nella bella chiesa romanica di San Giorgio Martire, agli abitanti di Petrella Tifernina (Campobasso) proprio non andava giù. La scultura era stata restaurata (male) 15 anni fa e spiccava per la tonalità accesa. Nel 2015 è il coro parrocchiale a decidere: bisogna trovare i soldi per il restauro. I poco più di mille petrellesi ancora non sanno che sotto quei 15 strati di pittura si nasconde un’opera lignea cava, databile (al radiocarbonio) al tardo 1500, «ma ci siamo stretti intorno al Cristo per affetto» dice Carmine Gasbarrino, dell’associazione Mysteria Templi. Cinquanta famiglie (rimaste anonime per non offendere i meno facoltosi) si autotassano versando 20 euro al mese per un anno e così, insieme alla colletta, vengono raccolti 15 mila euro, ai quali l’imprenditore Vincenzo Ferro ne aggiunge 10 mila. Per rimetterlo a posto «abbiamo chiamato i Restauratori senza frontiere — dice Gasbarrino — che hanno analizzato il crocifisso con varie tecniche e hanno coinvolto nelle indagini anche lo storico dell’arte Claudio Strinati». E il prossimo 22 luglio la scultura tornerà nel paese molisano.

Professionisti dell’emergenza

Ma chi sono i Restauratori senza frontiere? «Come i medici o i giornalisti, interveniamo nelle emergenze, e non solo, per salvare le opere d’arte», spiega la vice presidente Alessandra Morelli. In Italia nata nel 2013, l’associazione raggruppa professionisti del restauro pronti a intervenire dietro chiamata. «Siamo corsi a Norcia dopo il sisma che ha danneggiato la Basilica di San Benedetto — continua Morelli — e, in regime di assoluto volontariato, abbiamo aiutato la Protezione civile e i Vigili del fuoco a mettere in salvo e a catalogare le parti più preziose dei monumenti crollati». Una selezione ragionata delle macerie, insomma, che diventa importante nella ricostruzione: «Per ricostruire con esattezza filologica bisogna isolare e dare un nome a ogni singolo pezzo.

Gratis, a pagamento o in “crowdfunding”

Solo i professionisti possono farlo e così stiamo realizzando una piattaforma online dove ogni specialista del restauro si può iscrivere e geolocalizzare per rendersi disponibile agli interventi nella propria zona». L’associazione ha svolto anche sopralluoghi nelle zone terremotate delle Marche e ha studiato il caso dell’Aquila, arrivando a redigere un Manifesto del restauro in cui al primo punto si ribadisce l’interesse pubblico della tutela dei beni culturali. Terremoti, alluvioni, frane: in questi casi l’intervento è gratuito, ma nei frangenti come quello di Petrella Tifernina l’associazione promuove il crowdfunding e coordina il progetto di salvaguardia in tempo di pace. Per esempio, stanno lavorando a un piano per recuperare e digitalizzare 45 negativi dello studio Alinari, datati fine Ottocento.

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Nelle Foto: in copertina, Il Vice Presidente Alessandra Morelli a Norcia durante le operazioni di emergenza;  nell’articolo, La Prof.ssa Marisa Laurenzi Tabasso Presidente del Comitato Scientifico di RSF ed il Prof. Claudio Strinati, durante i lavori sul Crocifisso ligneo di Petrella Tifernina.

 

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