Il Presidente del fondo punta il dito sull’assenza dei piani paesaggistici, alla cui introduzione si dice favorevole il ministro Franceschini
Si concluderà il 30 novembre la settima edizione del censimento Fai (Fondo ambiente italiano) “I luoghi del cuore” in cui sono chiamati a raccolta tutti i monumenti italiani che necessiterebbero di interventi di restauro. Come riportato dal Sole 24 Ore, quest’anno se ne contano 31mila, tutti segnalati da normali cittadini, ma finora si è proceduto al restauro di soltanto 45 monumenti. Contro l’incuria del tempo non è sufficiente la sorveglianza dei 463 archietti delle soprintendenze: servono piani paesaggistici, la cui assenza negli ultimi anni si è fatta parecchio sentire. “Anche se il ministro dei Beni culturali avesse la bacchetta magica – ha affermato Andrea Carandini, presidente del Fai – e potesse raddoppiare il numero di architetti, sarebbe inutile. Servono invece i piani paesaggistici che latitano da anni. Con quelli, il funzionario della soprintendenza dovrebbe limitarsi a un agevole controllo di congruità dei nuovi progetti”.
La replica del ministro
“Sui piani paesaggistici c’è un enorme ritardo – ha dichiarato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini -. Ci avviamo a chiudere quello della Toscana e stiamo con il fiato sul collo delle altre regioni. Sono favorevole a un intervento legislativo che incentivi le regioni con il piano rispetto a quelle senza. Allo stesso modo, non vedo nulla di strano che le gestioni dei luoghi della cultura possano essere affidate direttamente ai privati, ad associazioni no profit, con vincoli di tutela decisi direttamente dallo Stato. Non parlo degli Uffizzi o del Colosseo, ma di quei siti magari chiusi perché senza risorse e personale”.