Di Veronica Rodenigo – da Il Canale del Territorio, 27 giugno 2014
All’interno dell’indicativa percentuale del 10%, emersa dalla scrematura del rapporto nazionale Simoi 2013 (leggi l’articolo introduttivo e l’approfondimento), vengono a collocarsi restauri di diversa tipologia tra i quali spiccano interventi di recupero, anche conservativo, e adeguamento funzionale del patrimonio monumentale: palazzi, ville, chiese, complessi conventuali, teatri, porzioni di cinte murarie e di centri storici dislocati prevalentemente in realtà medio piccole o provinciali. Beni perlopiù sottoposti a vincolo,caratterizzati da un pregio storico-artistico o architettonico, connotati, negli intenti futuri, anche da destinazioni d’uso culturali.
Alcune realtà sono state in passato ammesse a programmi difinanziamento europeo o inserite in appositi disegni di legge regionale – come nel caso della ristrutturazione dell’ex convento Madonna del Carmine di Penne in Provincia di Pescara, destinato a sede del Museo della moda -. In altri casi il continuo rinvio d’una fine lavori ha portato alla nascita di associazioni spontanee – è l’esempio del Teatro Verdi a Ferrara – che operano per la sensibilizzazione della pubblica opinione e l’utilizzo, almeno parziale, del bene. Un segnale quest’ultimo, non trascurabile, che dimostra un sentimento – sempre più diffuso – di stanchezza da parte della comunità, il senso di una soglia superata, la volontà d’una riappropriazione e fruizione di spazi ed edifici che incarnano storia e identità d’un luogo. Cercando di offrire una rappresentativa panoramica, faremo riferimento ad alcuni esempi percorrendo la Penisola da nord a sud.
In Val d’Aosta, a Gignod, l’ampliamento della Maison Caravex, casa-forte destinata a polo museale del patrimonio artigianale valdostano, è l’unica opera che compare nell’anagrafe regionale delle incompiute in riferimento all’anno 2013.
In Veneto il restauro e risanamento conservativo di Villa Loredan a Stra (Venezia) è stato eseguito al 26% sul totale mentre Villa Giovannina a Villorba (Treviso), edificio tardo ottocentesco che ospita gli uffici comunali, attende il restauro della barchessa (il progetto esecutivo è stato approvato nel 2010).
In Emilia-Romagna a Castelfranco Emilia (Modena), Villa Sorra (già oggetto di un consolidamento strutturale), è attualmente interessata da un restauro conservativo in più stralci iniziato nel 2009; a Ferrara il Teatro Verdi è chiuso da oltre 30 anni, fatta eccezione per gli eventi temporanei organizzati dall’associazione Città della Cultura/Cultura della Città impegnata nella sua rifunzionalizzazione. Il lungo iter di recupero dell’immobile può dirsi ultimato solo al 48%.
Nelle Marche il risanamento del versante sud-est del centro storico di Urbino ufficialmente presentato dal Comune nel 2009, risulta ultimato al 28,99% mentre arriva a quota 37,16% l’intervento di conservazione delle mura castellane di Serra Sant’Abbondio (Pesaro e Urbino).
Per quanto concerne la Regione Lazio, il rapporto fa riferimento a piccoli edifici liturgici disseminati in centri minori dell’area romana e frusinate (la chiesa di San Francesco a Palombara Sabina; la ristrutturazione della cappella di Sant’Antonio a Sant’Ambrogio sul Garigliano da destinare a centro anziani e archivio storico) oltre a lavori di recupero e risanamento di abitazioni in piccoli centri storici (comuni di Genazzano e, ancora, di Sant’Ambrogio sul Garigliano).
In Abruzzo si segnala il già citato recupero dell’ex convento Madonna del Carmine di Penne, quale sede del Museo della moda (60% dei lavori eseguiti). In Calabria, a Scalea (Cosenza), i lavori di riuso e adeguamento funzionale del Palazzo dei Principi a palazzo del Turismo e della cultura risultano eseguiti appena al 15%.
Da ultima la Sicilia, contraddistinta da esempi che interessano ex complessi conventuali o edifici di culto. A Sant’Angelo di Brolo (Messina) rimangono da ultimare parte del restauro dell’ex convento e chiostro di San Francesco adibito a Museo degli angeli (lavori eseguiti al 90%) e il consolidamento (giunto al 50%) della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. A Noto (Siracusa) sono segnalati il recupero e conservazione dell’ex convento di San Francesco (al 70,82%) e di Palazzo Trigona (26%). A Giardinello (Palermo) il completamento degli interventi della chiesa Madre risulta al 50%, mentre a Palma di Montechiaro (Agrigento) il completamento e restauro del castello omonimo e delle aree pertinenti è al 38%. Purtroppo quanto venne portato a termine tra il 2002/2003 fu oggetto di roventi polemiche e denunce anche da parte Italia Nostra per la verisimile non conformità dell’intervento con la preesistenza storica.
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