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I tesori di Oplonti, mai visti in Italia, in tour negli Stati Uniti – Dal Giornale dell’Arte

A Torre Annunziata manca il museo, promesso da decenni, in cui esporli

di Tina Lepri , edizione online, 16 giugno 2014

Torre Annunziata (Napoli). I tesori dell’antica Oplonti, da sempre chiusi nei depositi e invisibili, stanno per partire per un tour di circa due anni negli Stati Uniti.
Torre Annunziata il Museo archeologico che dovrebbe ospitarli, promesso da decenni, non c’è. Ancora oggi nella ex stazione ferroviaria della cittadina vesuviana, in cui era previsto che il museo venisse allestito dopo la ristrutturazione dei locali, su un cartello sbrindellato si legge: «Ori di Oplonti Museo archeologico di Torre Annunziata patrimonio dell’Umanità Unesco. Inaugurazione maggio 2005».
Più volte finanziato, il Museo archeologico continua a restare sulla carta. E così centinaia di casse con ori, anfore, intere pareti dipinte e gli intonaci delle ville A (di Poppea) e B (di Lucio Crassio Terzio) nel 2015 affronteranno il lungo tour americano intitolato «Leisure and luxury in age of Nero. The Villas of Oplontis near Pompei». Saranno esposti in quattro musei universitari di altrettanti Stati: Michigan (Kelsey Museum of Archaeology), Montana, Texas e Massachusetts.
I preziosi reperti, che potrebbero riempire diversi musei mentre finora sono stati lasciati nell’indifferenza e nell’abbandono, saranno così ammirati da migliaia di persone in una mostra itinerante che racconterà la vita della antica Oplonti tra ozi e lusso ai tempi dell’imperatore Nerone e della moglie Poppea.
L’operazione rientra nel piano The Oplontis Project di cui è responsabile John Robert Clarke, l’archeologo dell’Università di Austin  in Texas che con il suo staff sta scavando proprio nella villa B, quella che ha restituito e continua a restituire corredi preziosi. C’è chi teme che questi tesori non tornino in Italia e alcune associazioni culturali hanno protestato per la partenza dei «mai visti».
Clarke risponde: «A Torre Annunziata manca il museo: colpa della indifferenza della città, del sindaco e delle istituzioni».

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