Restauratori Senza Frontiere

IL SINDACO E LE PROFESSIONALITA’ UMILIATE

Dal costo zero alla stagione dei saldi 

Comunicato dell’ARI, Associazione Restauratori d’Italia – 20.11.2014 

di Marina Maugeri – Comitato Direttivo di Rsf Italia e ARI Associazione Restauratori D’Italia

L’ARI, Associazione Restauratori d’Italia, esprime viva preoccupazione per l’avvio del protocollo d’intesa “The hidden treasure of Rome”(“Il tesoro nascosto di Roma”) firmato lo scorso 10 Novembre dal sindaco di Roma Ignazio Marino, http://www.ignaziomarino.it/the-hidden-treasure-of-rome/, progetto interamente finanziato dal Gruppo Enel che prevede il trasferimento di un notevole numero di reperti archeologici inediti (circa 100.000), scavati e custoditi a Roma, che saranno dislocati presso Università estere, in particolare negli Stati Uniti, per essere studiati da ricercatori internazionali. In attesa di conoscere alcuni importanti aspetti di questa operazione, come il costo sostenuto dal Gruppo Enel, la destinazione dei reperti, i tempi di restituzione dei prestiti e le autorizzazioni che si sono rese necessarie, sono d’obbligo alcune riflessioni sull’impatto del programma su un settore in crisi sotto molteplici aspetti.

E’ innanzitutto un fatto senza precedenti nella storia della Tutela italiana che una considerevole fetta del patrimonio culturale sia sottratto alle “cure” degli specialisti formati negli Istituti e nelle Università italiane e delocalizzato, al pari di un qualsiasi macchinario industriale con la motivazione della convenienza del “costo zero” per la pubblica amministrazione e di una presunta superiorità tecnologica dei laboratori esteri, ancora tutta da dimostrare. Come se un reperto archeologico fosse un oggetto qualsiasi, privo di significato immateriale e subordinato perciò alle logiche dettate dal mercato, come se in Italia non esistessero centri di eccellenza e ricercatori competenti per studiare i nostri reperti, come se i soldi che il Gruppo Enel ha stanziato non provenissero da privati cittadini, come se a pagare il prezzo del progetto non fossero le migliaia di professionisti altamente qualificati e specializzati la cui dignità è messa perfino in discussione e, infine, come se le Istituzioni preposte alla salvaguardia dei beni culturali non cedessero di fatto la sovranità su un settore che rappresenta l’eccellenza dei saperi e la più avanzata formazione scientifica dei professionisti italiani, riconosciuta da sempre in campo internazionale, dove restauratori, archeologi, storici dell’arte operano con faticosa tenacia e sacrificio personale per riuscire a mantenere elevata la qualità del loro operare, della conoscenza e della prassi degli interventi di restauro.

L’impressione è perciò che il progetto sfugga completamente alla comprensione di queste fragilità e s’inserisca invece a pieno titolo nel contesto di disimpegno delle politiche culturali che si sono manifestate concretamente in questi ultimi anni con effetti deleteri, basti pensare ad esempio alla progressiva estromissione nelle gare d’appalto delle competenze del Restauro superspecialistico a vantaggio di un’imprenditoria edile assai meno qualificata, in una visione che punta progressivamente a considerare il patrimonio storico e artistico, in particolare l’archeologia, come qualcosa di alieno e non un Bene comune capace di suscitare bellezza, inducendo ad amare la propria terra e a desiderare di prendersi cura di quanto ereditato.

“Il tesoro nascosto di Roma” assesta perciò un ulteriore colpo nel processo di de-costruzione del settore già in atto. E come se non bastasse, un’ulteriore conferma paradossale dello scollamento cui stiamo assistendo è la recente pubblicazione sul sito della Sovraintendenza comunale dell’Avviso pubblico per la ricerca di volontari per lo svolgimento di attività gratuite nell’ambito della valorizzazione, bando che testimonia che dopo il “costo zero” è possibile anche aprire la “stagione dei saldi”, chiamando a raccolta i volontari per supportare la valorizzazione dei musei della Capitale, creando dunque la premessa per disporre di professionalità altamente qualificate da dislocare in sotto-mansioni cui corrispondere retribuzioni pari al solo rimborso spese spettante al volontario. Sono questi gli effetti impazziti di una visione che predica l’azzeramento dei costi a qualsiasi costo, anche al prezzo di mortificare in modo fatale quei saperi preziosi appresi nelle aule degli Istituti formatori, nelle Università e poi direttamente sul campo, nei cantieri di restauro, di scavo archeologico e nei musei. 

 

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